Il Giudice di Pace di Brindisi, avv. Giuseppe Capodieci, ha revocato il decreto ingiuntivo ottenuto da una finanziaria e ha dichiarato che non sono dovuti dall’opponente gli interessi, gli oneri, le spese e le remunerazioni di qualsiasi tipo, condannando la società alla restituzione della somma eccedente la sorte capitale.
Questo è l’epilogo di una storia iniziata nel 2013 che vede protagonista un consumatore che otteneva un finanziamento di € 8.000,00 sulla base di un contratto del 2008 in cui erano state pattuite delle condizioni oggettivamente usurarie.
La Banca richiedeva ed otteneva il decreto ingiuntivo per n. 7 rate impagate, pari a € 1.702,05, oltre interessi di mora fino al soddisfo. Ma per il consumatore la somma non è dovuta. Di qui la decisione di fare opposizione al decreto ingiuntivo spiegando domanda riconvenzionale al fine di sentire condannare la finanziaria al pagamento delle somme indebitamente percepite. Secondo il Giudice non solo il consumatore non deve nulla alla banca, ma anzi è creditore nei confronti della società di €.1.969,15. Infatti, il Giudice di Pace accoglie anche la domanda riconvenzionale e condanna la società a restituire al consumatore detto importo, maggiorato di interessi legali e delle spese di lite.
Nella fattispecie, l’usurarietà del rapporto si rinveniva, ai sensi dell’art. 644 c.p., dai soli interessi corrispettivi, aumentati dagli oneri. Ma il Giudice di pace di Brindisi evidenzia che “ in caso di risoluzione del contratto il debitore è tenuto a corrispondere non solo tutte le rate scadute ed impagate(comprensive di interessi) ma anche sulle rate a scadere (comprensive di interessi) il 10% a titolo di penale ed il 20,02% a titolo di mora”., con l’annotazione che il corrispettivo della mora e la penale vanno inclusi nel calcolo del TEG ai fini dell’usura, “indipendentemente dall’inadempimento”, perché la legge fa riferimento agli interessi “promessi o convenuti”.
La sentenza evidenzia che gli effetti del superamento del tasso soglia non possono dipendere dal tipo di “remunerazione” (spese d’incasso, commissioni, spese di assicurazioni, penale, interessi di mora) e che la valutazione dell’usurarietà deve essere complessiva e non per ogni singola voce di costo. Tale decisione apre, quindi, la strada a tutti i consumatori, che hanno ottenuto dei prestiti dalle finanziarie o dalle banche con delle clausole che prevedono interessi di mora e penali oltre il tasso soglia, di ottenere la restituzione degli interessi pagati.
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